Un minuto e 35 secondi durante i quali il Manchester United ha capito nulla di cosa stava accadendo. Un minuto e 35 secondi di possesso palla prolungato del Brighton, non fine a stesso ma alla ricerca di una linea di passaggio ideale, efficace. Un minuto e 35 secondi per disinnescare la pressione degli avversari portandoli a spasso per il campo fino a quando in area non s’è spalancato il varco giusto per metterla dentro. Una lezione di calcio spiattellata sul muso di ten Hag.
Trenta passaggi come acqua che erode le fondamenta. Tanti ne ha messi in atto la squadra di Roberto De Zerbi aggrappata all’identità e lo stile che il tecnico italiano ha inculcato nella squadra che è sì una rivelazione a livello sportivo ma non per lui che, anche dopo il risultato contro il Red Devils, non è una sorpresa. Ha perso pezzi importanti della rosa che ha conquistato la qualificazione in Europa League ma ha supplito con l’organizzazione e la mentalità, la compattezza di gruppo e la coesione del gioco a quel che il mercato gli ha riservato.
Il Brighton si muove a fisarmonica: segue la folata offensiva dell’esterno, che guadagna metri e spazio, poi si accorcia e vira improvvisamente all’indietro quando si accorge che lì davanti c’è poco spazio. La dissolvenza porta la manovra da una parte all’altra del campo, la sfera (quella che Baggio diceva “non suda”) si muove da sinistra a destra senza che gli avversari ne riescono a spezzare il controllo o interrompano l’intreccio ordito dagli avversari.